(7-8)
p.7
p.8
7
....We are such stuff
as dreams are made of....
SHAKESPEARE
Noi sostiamo sul meriggio del grande sogno mentre volteggia la chimera che canta il ritornello della splendida canzone giovanile. È solamente a questa armoniosa musica che noi porgeremo l'orecchio, perchè da essa dovrà emergere la realtà. Esaltiamo dunque la vita, ma quella sola tessuta di sogni, dove noi potremo rifugiarci come in un misterioso giardino traboccante di profumi.
Allora, nell'incantesimo del silenzio, ed all'ombra di magici fiori, la nostra anima parlerà il verbo che ci è necessario. Immersi così nella ideale visione osserveremo la vita e di questa parleremo per nostro gioco piacevole. Una glaciale infinita corrente di tristezza vana ed inutile, circonda l'animo giovanile perchè troppo strettamente allacciata alle basse e volgari parvenze della realtà, ma come noi allargammo il nostro pensiero facendolo ricco, libero e ribelle, spezziamo l'invisibile catena additando il vasto dominio del sogno dalla significazione profonda.
Noi dobbiamo essere dei mercatori d'indicibili bellezze, ma ad unico solo servigio della propria anima ed allora la gioia di vivere traboccherà come un fiume la cui sorgente venga perennemente alimentata da una misteriosa potenza. Ora la nostra giovinezza è quel grande meriggio che ci darà la forza di astrazione dalle forme inferiori da cui siamo circondati, per innalzarci liberi e padroni di abbattere i vecchi e grotteschi idoli e spengere le pensili lampade votive che da innumerevoli anni furono accese davanti a ridicoli altari. Che lo polvere dei secoli custodisca gelosamente quei resti di una archeologia intellettuale, in cui gl'inferiori crederono ingenuamente di nascondere la miseria e l'aridità della loro anima.
Davanti alla vita distendiamo la mirabile tela de' nostri sogni per compiere la trasfigurazione ideale, ed ottenere la visione della bellezza, dove ogni essere superiore riuscirà a porvi la sua vera, unica dimora per viverci con la potenza del proprio pensiero. Ma di questa visione noi ne abbiamo fatto un dominio il più vasto ed il più meraviglioso, la sola realtà, dove carpiremo i preziosi tesori dell'arte per adornare, intensificando, l'esistenza della nostra anima.
Le sue corde sono tese fino alla perfezione del suono, a similitudine d'uno strumento d'incomparabile armonia che attende una superior mano capace di trarre quelli accordi che necessitano per una prodigiosa evocazione. Chi non vorrà essere un solitario incantatore della propria anima? La vita quale la comprendono gl'inconsapevoli che passano muti e tristi accanto alle grandi gioie, non è certo sufficiente per noi che la oltrepassammo per il piacere di nuovo e più vasto dominio.
Ora, la potenza d'analisi della vita è cosa propria di chi ebbe la forza e l'audacia di oltrepassarla, perchè partecipando ed essendo parte integrale di essa, la comparazione d'analisi non potrà resultare
8
per la mancanza di una delle due forme dissimili. Solamente chi la oltrepassò potrà dunque parlarne ed analizzarla: gli altri non sono che delli illusi da un miraggio o dei volgari ciarlatani.
Colui che non sente in ogni forma ideale e materiale, il divino soffio della propria vitalità, non vedendo nella grande natura il simbolo della sua forza, è come parte di un mostruoso armento che cieco e bestiale, va brancolando per solo istinto di fame verso una pastura lontana.
Abbiamo creato in noi e per noi un nuovo universo e dobbiamo avere la percezione chiara e reale della nostra grandezza; dobbiamo sentire il bisogno di alzare molto in alto il nostro sguardo, quando vorremo contemplare le nostre mirabili costruzioni.
Il non sentir passare un fremito di ammirazione per sè stesso, è il segno rivelatore che la bassa servitù ci avrà impresso il suo feroce marchio indelebile. Sentiremo dunque invano pulsare nelle nostre vene il ricchissimo sangue della giovinezza? Ma celebriamo però l'avvento della solitudine e del silenzio, ed essa fiorirà come un cespo di rose selvagge.
Noi non abbiamo fratelli nè conosciamo alcuna ricchezza di parentela che possa allacciare la nostra ad un'altra anima e ci sentiamo stranieri in qualunque dominio dove non sia la nostra forza che crei la moltitudine della vita: non vi è e non vi sarà mai uguaglianza per le sovrane invisibili potenze del pensiero. Uguaglianza esiste nelle sole forme materiali, ma anche per molte di queste il nostro piacere celebra l'avvento della solitudine e del silenzio. Perchè in verità: cos'è mai un giglio, un bianco giglio confuso nella moltitudine de' suoi eguali?... Ma un fiore solitario, selvaggio e ribelle perduto in una brulla e triste pianura, canta per noi con voce più potente e con significazione più profonda, di quello che fu coltivato in un dovizioso giardino.
Chi non vorrà essere un solitario incantatore della propria anima?..
Mercatori di gemme e di oro, di profumi è canzoni, la trasfigurazione ideale sarà il nostro incantesimo col quale descriveremo quella mirabile circonferenza senza limiti, il cui centro sarà dovunque il nostro pensiero lancerà i suoi innumeri raggi luminosi.
In questo infinito oceano di luce si estende la molteplice diramazione della nostra potenza interiore e con gioia inconcepibile assistiamo, nella moltitudine della vita, al moltiplicarsi di noi stessi, mentre viviamo con le nostre immagini avvolti nella grande tela dei sogni come nella sola possibile e più bella realtà.
◄ Fascicolo 3
◄ Felice Marchionni